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Liana Borghi, Corpo intermittente, agosto 2011

Corpo intermittente/forme di presenza
Corpo intermittente / Dimostrare le capacità intermittenti dei corpi.

L’ultimo libro curato da Clotilde e da me si chiama “Il sorriso dello stregatto” perché nella definizione di Teresa De Lauretis citata nell’introduzione, la dimensione figurale dello Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie disarticola logica e retorica, e designa “uno spazio che apre all’alterità del mondo”.

Voglio ripartire dal corpo intermittente dello Stregatto per parlare del tempo e dello spazio negli intervalli della nostra vita, quegli spazi intermittenti dove possono emergere narrative inattese.

E spero non vi sembrerà una lettura consolatoria rispetto alle reali difficoltà di trovare un lavoro e guadagnarsi di che vivere, ma piuttosto una riflessione sui casi della vita, gli imprevisti e i disguidi, il sentirsi perse, il non sentirsi forti o capaci abbastanza, e anche il desiderio di avere un tempo e un luogo tutto nostro, dove apparire, comparire e scomparire.

Quando lo Stregatto offre ad Alice di farle strada, notate per favore cosa succede. Sono le battute finali. Ma non vi sembra che non sia casuale l’intermittenza dello Stregatto, la sua forma di presenza, che appare una pigra e maliziosa casualità? Può essere una manifestazione di scelta e di agency (agentività, assertività?).

Per quanto l’intermittenza dell’impiego di solito non sia una scelta,
il tempo-tra è anche un luogo di libertà.

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