01 progetto Centri interculturali donne

PROGETTO DELLE DONNE – Lo troveremo un nome?

Soggetto Proponente: Associazione Interculturale di Donne Nosotras con la collaborazione dell’Assessorato all’Immigrazione e al Lavo del Comune di Firenze, nell’ambito del Progetto Porto Franco: terra dei popoli e delle culture
Partecipano :
Commissione cultura circolo ARCI dell’Isolotto
Coordinamento donna CGL regionale
Stanford University
Centro audiovisivo Università degli Studi di Firenze
Archivio della Memoria delle Donne in Toscana
Società delle letterate
Associazione Prisma Centro ideazione donna Il Giardino dei Ciliegi

Peri il coordinamento della rete regionale dei centri interculturali donne di Porto Franco:
CESDI, Livorno
API, Pistoia
Centro donna, Livorno
La Casa delle Donne, Viareggio
Centro Donne, Lucca
Gruppo interculturale IRIDE, Centro Culturale Mara Meoni, Siena

Premessa
In Toscana operano almeno dieci organizzazioni di donne a carattere interculturale. Si tratta di associazioni culturali e di alcune società a scopo commerciale costituite da donne di varie provenienze geografiche e culturali, che hanno come scopo e strategia politica l’aggregazione delle donne su obiettivi concreti.
Queste realtà associative, che da anni lavorano in rete su diversi ambiti del sociale e della cultura, hanno individuato come loro punto di forza l’intreccio tra la prospettiva di genere e le varie appartenenze nazionali delle donne, oltre l’ambito della “comunità”. Di conseguenza, ogni associazione ha individuato dei progetti riconducibili ai Centri Interculturali — ossia a spazi fisici di relazione e di progettualità che consentano l’uscita dagli interstizi e dai luoghi segregati — dove ideare e realizzare attività mirate al riconoscimento dei diritti di cittadinanza, alla valorizzazione delle soggettività e alla partecipazione politica, sociale ed economica con pari dignità.

Il Campus delle Donne del 2000 del progetto Porto Franco, denominato Femminismi e Intercultura, ha dato un importante contributo al processo di avanzamento della prospettiva interculturale delle associazioni di donne che vi hanno partecipato.

• Ha favorito l’incontro e lo scambio fra associazioni di donne immigrate e associazioni di donne italiane, associazioni interculturali, realtà istituzionali, collettive e individuali; dando origine ad una rete di fatto che sta per divenire Coordinamento Regionale. Ha dunque creato spazi di contaminazione reciproca.
• Attraverso l’individuazione della contraddizione “native–migranti” come asse sul quale orientare i lavori del campus, ha messo al centro le disparità di opportunità, identificando un approccio che coniughi le variabili determinanti l’emarginazione delle donne ; e questo al fine di adottare scelte di azione politiche realmente trasformatrici.

ARTICOLAZIONE DELLA RETE REGIONALE

Il coordinamento dei centri interculturali delle donne aderenti a Porto Franco ha individuato una serie di progetti da attuare in ogni territorio, mantenendo il filo conduttore che ha caratterizzato il campus delle donne:

  • il Gruppo Interculturale Iride dell’associazione Mara Meoni di Siena svilupperà un progetto sulla comunicazione nell’incontro native–migranti;
  • la Casa delle Donne di Viareggio e il Centro donne di Lucca amplieranno il raggio d’interventi sulla politica internazionale delle donne, con progetti di sensibilizzazione e solidarietà con le donne afgane, palestinesi–israeliane.
  • Il Cesdi di Livorno, allargherà alle scuole superiori il suo intervento di educazione interculturale;
  • Le Api di Pistoia rafforzerà gli interventi in ambito sociale rivolti alle donne immigrate e ai ragazzi stranieri non accompagnati del territorio;
  • L’Associazione Nosotras a Firenze, insieme alla Stanford University, l’Associazione Archivio  per la memoria delle donne in Toscana, Il Centro Televisivo dell’Università di Firenze, l’Associazione Il Giardino dei Ciliegi, e la Società Italiana delle Letterate (Firenze) intende sviluppare un progetto articolato in tre azioni specifiche e due attività che coinvolgono gli altri centri interculturali di donne della regione.

Azioni locali:

• Progettazione e svolgimento di un modulo di educazione interculturale rivolto agli/le insegnanti e alle studentesse e studenti delle scuole medie superiori di Firenze. Tema: legami fra sessismo e razzismo. Con questo modulo s’intende avviare un livello di riflessione in chiave interculturale che agisca sulla cultura, per promuovere sostanziali trasformazioni nelle relazioni uomo–donna, nativo–migrante;
• Realizzazione di un video–documentario per uso didattico, che sarà utilizzato durante i percorsi didattici nelle scuole. Si tratta una raccolta guidata di testimonianze delle donne, prevalentemente immigrate, che sarà strutturata a temi per superare l’ambito del racconto personale fine a se stesso, ma che evidenzierà la storia personale nel contesto di determinate condizioni politiche e sociali.
• Pubblicazione a fine didattico di un volume basato sull’esperienza del campus, come momento che ha saputo coniugare la riflessione teorica con lo scambio di esperienze e relazioni, e che può dunque offrire materiale concreto di lavoro nelle scuole. L’asse privilegiato sarà la valutazione dell’esperienza vissuta, che oltre a essere raccontata nei suoi momenti più significativi, verrà analizzata anche nei suoi aspetti problematici e conflittuali:. il Campus come laboratorio politico di scambio di esperienze e come luogo di progettualità.

Azioni Generali (regionali)

  • Convegno itinerante su “Genere, educazione, intercultura e confronto intergenerazionale“. 
    Il convegno si propone di elaborare le esperienze e riflessioni scaturite dai seguenti progetti locali: Lucca su madri e figlie; Viareggio su e con  le donne afghane, palestinesi, israeliane (donne in nero); Siena su “Conosci la mia lingua e il mio paese? Percorsi al femminile di transcultura”; Firenze “Il Ponte” su razzizmo e sessimo; Firenze Ass. Giardino dei Ciliegi con il progetto di Scuola estiva “Raccontar(si)”.
  • Partendo da Livorno, capofila dell’iniziativa, Grosseto, Pisa, Viareggio, Firenze e Siena progettano dunque una giornata di lavori per ciascuna sede a date distanziate su questo tema.  Il convegno itinerante, progettato per l’autunno, avrà come protagoniste giovani donne  di ciascuna città e provincia, cercate in ambiti diversi (scuola, lavoro, ex-alunne, carriere particolari, imprenditoria, agricoltura).  Ogni programma locale avrà come punto di riferimento il rapporto delle giovani donne con l’intercultura e il problema della comunicazione delle differenze, sia esso tra soggetti di provenienze, culture diverse, europee ed extra-europee, oppure tra diverse generazioni.
  • Laboratori sulla metodologia partecipata rivolti alle donne dei centri e alle operatrici che a loro volta svolgeranno i laboratori interculturali nelle scuole.  Si tratta di avviare un processo che faciliti la partecipazione di tutte le donne alla sfera sociale, politica, culturale ed economica attraverso una metodologia innovativa (molto usata in America Latina) che insegna a frei un salto nel processo d’empowerment.
  • Laboratori tematici rivolti ai centri interculturali di Porto Franco su argomenti quale razzismo, rapporto uomo–donna in chiave interculturale, femminismo-transcultura e potere.

Obiettivo Generale

Favorire lo sviluppo e il consolidamento di una prassi politica che agisca sulla cultura per consentire a tutti sostanziali trasformazioni sul piano dei diritti, della partecipazione e dell’accesso alle risorse materiali e culturali. E’ essenziale che ciò avvenga attraverso pratiche concrete di lavoro con/fra le donne di appartenenze diverse in chiave di equità e mediante l’azione educativa, mettendo in discussione le certezze che determinano disparità di genere, classe, “razza” e provenienza.

Obiettivi Specifici

• Sviluppare un percorso didattico che apporti elementi di analisi critica e indichi trasformazioni di mentalità attraverso l’introduzione di quegli elementi di analisi e di decostruzione socio-culturale che attribuiscono valore alle differenze, sia di generesia etnico–linguistiche o religiose;
• Valorizzare l’esperienza del campus delle donne. Sistematizzare gli elementi qualificanti dell’iniziativa, sviluppando e arricchendo gli aspetti propositivi rispetto alla politica delle istituzioni e cercando concretezza per i nuovi spazi di collaborazione tra native e migranti che abbiamo individuato;
• Elaborare, documentare e disseminare attraverso la realizzazione di materiale video gli aspetti più fertili dei progetti e dei percorsi individuali che determinano la nascita di progetti collettivi;.
• Innescare un processo concreto e fattivo di crescita mediante metodi e tecniche di sviluppo partecipato;

Finalità

Alla fine del progetto avremo introdotto dei metodi e dei contenuti di discussione nelle classi di riferimento, che consentiranno agli/le studenti e agli/le insegnanti di sviluppare metodologicamente, riflessioni e azioni specifiche per promuovere dei diritti delle persone e l’equità nella diversità.
Produrremo materiale audiovisivo e cartaceo che illustrino e documentino percorsi individuali e collettivi;  progetti e obiettivi, che siano strumenti accessibili per la costruzione di spazi nuovi verso la società transculturale basata sull’interazione di tutti i suoi componenti.
Quindi produrremo un libro e due video da destinare alle scuole e ai centri interculturale della rete di Porto Franco.
Rafforzeremo la rete di relazioni fra donne che si sta sviluppando anche a partire del campus delle donne.  Attraverso momenti di formazione e di confronto, mediante l’acquisizione di strumenti che coadiuvino ad un’incidenza  propositiva rispetto alle diverse istanze della società, istituzionali e sociali.

Descrizione del Progetto

L’articolazione del progetto prevede la contemporaneità nello svolgimento di alcune delle sue azioni: A livello organizzativo ci sarà un coordinamento generale, costituito dalle persone di riferimento di ognuna delle azioni dei progetti locali e da una rappresentante di ogni ente e associazione che partecipa per la conduzione politica e la verifica della coerenza delle attività con gli obiettivi del progetto. Il coordinamento si riunirà una volta al mese.
Un comitato ristretto di conduzione operativa, formato da cinque persone, che eseguono le diverse azioni del progetto. Una coordinatrice che tenga insieme gli aspetti politici e quelli operativi, conduca l’andamento generale del progetto. Due persone di appoggio amministrativo.
Ogni azione avrà una struttura organizzativa diversa.

Azione A

Percorsi didattici:
Si prevede il coinvolgimento di 50 classi di scuole medie superiori, per un totale di 1000 studenti e studentesse e 50 insegnanti. Il percorso sarà svolto in Firenze e provincia a partire da ottobre 2001 fino ad aprile 2002.
Scopo
Alla fine del percorso, insegnanti e studenti avranno acquisito degli strumenti di analisi utili a consentire la comprensione dei legami fra il sessismo e il razzismo, e mirati a favorire lo sviluppo di azioni educative che incidano sugli atteggiamenti culturalmente imparati.
Saranno stabiliti dei contatti con altre realtà educative di paesi diversi, per mettere in opera rapporti di collaborazione concreta a più livelli: gemmellaggi, produzione video, testo a più mani, ecc.
Gli studenti e le studentesse elaboreranno materiale di disseminazione con tecniche moderne da essere utilizzati e sviluppati negli anni successivi da altri gruppi di classe.
Metodologia
Dinamiche di gruppo, giochi di ruolo, piogge di idee, ricerche giornalistiche, somministrazioni di questionari, discussioni plenarie, proiezioni video e diapositive, sono parte degli strumenti tecnici che verranno utilizzati per garantire la partecipazione di tutti gli studenti e le studentesse alle attività del percorso didattico. La metodologia partecipata consente la valorizzazione dei saperi e dei punti di vista di tutti i partecipanti al processo di apprendimento.
Tempi e Articolazione
Il percorso prevede cinque incontri di due ore ciascuno per ogni classe, con cadenza settimanale. Gli incontri saranno svolti in compresenza da due operatrici una immigrata ed una italiana esperte in diverse aree. Gli interventi avranno luogo a partire dal mese di ottobre 2001 e si concluderanno con un’iniziativa alla fine dell’anno scolastico. Sono previsti quattro incontri degli insegnanti che aderiranno all’iniziativa con delle esperte in formazione di genere, educazione interculturale e storia dei movimenti migratori.
Difusione
Ogni classe dovrà produrre del materiale sui temi che si dibattiranno durante gli incontri: ricerca video – cartacea, testo in prosa o poesia, saggio, spettacolo teatrale, fotografie, disegni, produzione musicale, CD-rom.
Alla fine dell’anno scolastico verrà realizzato un incontro – festa dove verranno presentati i “prodotti” di ogni classe. Quest’ultimo incontro sarà aperto ai genitori e al pubblico in generale.

Azione B

Libro: Le parole delle donne
Il metodo:
Verrà formata una piccola redazione di 3 o 4 persone per curare il coordinamento e la parte redazionale e organizzativa.
La scrittura di ogni tema proposto, della lunghezza concordata, verrà assunta da una singola donna o da un piccolo gruppo di partecipanti al Campus; il percorso di stesura sarà accompagnato da riunioni di contenuto, fatta salva la libertà di chi scrive per quanto riguarda lo stile o il punto di vista narrativo.
Il formato:
Intorno alle 120 pagine, con una ventina di foto (delle partecipanti, ma anche dei luoghi e le esperienze), la pubblicazione comprenderà tre parti seguite dall’appendice.
La prima parte comprenderà tre capitoli con tre riflessioni a temi, il primo dei quali sarà suddiviso in diversi brevi paragrafi, per un totale di 30/40 cartelle, mentre il secondo e il terzo non supereranno le 10 cartelle ciascuno. La seconda parte sarà organizzata in una serie di paragrafi brevi, dalle 3 alle 6 cartelle l’uno, così come la terza.
L’Appendice conterrà tra l’altro l’apparato bibliografico, alcuni progetti per il Centro interculturale e materiali non direttamente prodotti dal campus, ma che ci sembrano significativi e coerenti al suo lavoro; complessivamente non oltre le 30 pagine. Pubblicazione di n. 500 copie.

L’Indice della pubblicazione:
Parte prima

  • “Forma e contenuto vanno insieme”: come essere noi stesse e modificare il mondo (il tempo, i figli/e, il lavoro di cura, il linguaggio, l’arte della retorica, tener fede alla parola, l’altro, le compatibilità, la coerenza)
  • Il tema del conflitto
  • Il tema del potere

Parte seconda

  • il percorso
  • il resoconto
  • le relazioni
  • i risultati
  • la valutazione dell’esperienza
  • fare politica

Parte terza:
Proposta per un Centro interculturale

  • lo spazio e l’energia
  • la cerimonia del thè
  • il denaro
  • la casa e i diritti di cittadinanza

Appendice
– Portofranco e il progetto dei Campus
– Il programma del Campus delle donne e delle giornate singole
– Alcune piante, progetti e disegni del Centro interculturale
– Bibliografia, fonti e riferimenti vari

Azione C

questa parte andrebbe schematizzata in tre parti: 1) il progetto di Maria allegato e connotato come presentato a parte 2) il progetto delle interviste da presentare da fare, sbobinare e presentare per archiviazione all’Archivio di Stato chiedendo che vengano inclusi nel fondo costituendo sull’immigrazione (v. progetto di maria che io non ho mai visto) 3) i video anche questi eventualmente da custodire in archivio

Documentario
Realizzazione di un video documentario in SPVHS per la registrazione della presenza e ricerca della memoria delle donne straniere (emigranti ed emigrate) in Italia – Toscana, attraverso l’utilizzazione privilegiata della fonte orale e della valorizzazione della soggettività individuale e collettiva al femminile. Partire dalla registrazione della loro odierna realtà, ricostruire il percorso dalla partenza dei paesi di origine e i progetti migratori, l’arrivo, i primi shock e le dinamiche vissute. Insomma, narrare le loro storie, nella prima persona e al plurale, perciò: Nosotras come possibile titolo.
Rispecchiare così una “realtà” che risulta una storia della donna emigrante, fatta dalle storie delle tante donne non italiane presenti nel territorio. Le mille dinamiche messe in movimento dall’incontro tra questi soggetti e il nuovo posto e cultura, l’integrazione e/o non, insomma la convivenza fra diversi, infine i processi che possono essere d’adattamento e assimilazione o di disaggregazione e, in ogni modo, agente di trasformazione della stessa società d’accoglienza. Accompagnare il percorso del potere di trasformazione degli shock culturale. Trasformazione delle loro individualità e identità come donne cosi come della realtà di accoglienza nel caso quella della società italiana.

Metodologia:
Il semplice registro in video SVHS d’alcune donne, in rapporto e collegamento con l’Associazione di Donne Nosotras – come il servizio di sportello Il Ponte – la società Delicias nata dentro la medesima associazione, e diversi altri studi, progetti e servizi. Attraverso l’accompagnamento di alcuni di questi soggetti che racconteranno in prima persona le loro storia che s’intrecciano, avendo nella videocamera la complice più oggettivamente possibile. Approfittare che dal contatto fra le diverse lingue, culture e storie delle varie donne attorno la associazione “fiorentina” scaturisca e faccia venire a luce questo “sapere” ricco di magia, affetto, amore, lacrime, lotta, fatto di sfide e sconfitte, ma anche pieno di ironia e seria allegria perché non. La videocamera come strumento di ricerca dove il registro e il rapporto con la realtà può produrre esso stesso una propria forma di linguaggio di espressione e che nasce da e anche fa vedere “un modo di stare al mondo”.

Presentazione/Formato (approccio):
Un film ad episodi, nel quale attraverso la cinepresa/videocamera si possa seguire e registrare storie di vita narrate in prima persona e rivelare un mondo vario e in processo di trasformazione. Infatti, si presta il cinema -video come privilegiata forma de registro di un fenomeno “in processo” come’è quello dell’emigrazione e così come la vita stessa che è “movimento”:

a – Episodi Previsti:

Parte Prima: Il “volo”

  1. Andorinhas“: La realtà di origine, la partenza, il progetto migratorio (motivazioni, flashback partenza)
  2. La migrazione/ l’arrivo. I problemi e difficoltà, lo shock e le dinamiche messe in moto (intrecciano i temi: prostituzione, maternità, casa, lavoro, famiglia, diritti del cittadino)
  3. Lo incontro tra lingue e culture presente nel Territorio e attorno la Associazione Nosotras.
  4. I loro modi di organizzazione e modelli di rapporto interno e con la società – attraverso la narrazione di storie di donne – Così la ricostruzione di un’identità – l’essere donna – l’essere straniera (due volte) organizzate attraverso gli intrecci di diversi personaggi e le loro storie che presentano più fortemente un aspetto o un tema dell’essere donne immigrante.

b- Storie-tema:

  1. Permesso di soggiorno: legalità e clandestinità
  2. Cittadinanza – identità: diritto all’uguaglianza e diritto alla differenza
  3. Problema casa
  4. Lavoro (umile o “normale” – in collegamento con il servizio Il Ponte)
  5. Prostituzione (titolo: “articolo 18”)
  6. Ricongiungimento familiare (migrazione “amorosa”)
  7. Maternità – salute – famiglia – affetto
  8. Discriminazione, xenofobia e razzismo
  9. Educazione alla multiculturalità
  10. Matrimonio come fuga dal proprio paese e trucco per avere la cittadinanza

Azione D
Convegno itinerante

Azione E
Laboratorio sulla metodologia della comunicazione e dell’educazione partecipata

Azione F Incontri tematici