per il libro Archivi dei sentimenti e culture femministe dagli anni Settanta a oggi pubblicato dalla Regione Toscana (2015)
Archivi imperfetti: il vuoto e il pieno
Paola Di Cori
Vorrei cominciare con qualche breve considerazione sulla parola “archivio”, così importante in questi incontri dedicati agli archivi dei sentimenti, che qui si accompagnano all’aggettivo ‘imperfetti’. Immagino per indicare non-completezza, mancanza, insufficienza; e insieme per sottolineare una loro condizione difettosa, carente, parziale, frammentaria e lacunosa. Se così fosse, mi chiedo quali possano mai essere – esistono davvero? – degli archivi perfetti (il solo pensiero suscita angoscia; una visita tra i suoi scaffali sarebbe come una passeggiata tra le pagine del racconto di Borges La biblioteca di Babele). Viviamo in un’epoca dove tutto sembra archiviato e archiviabile interamente, per poi magari all’improvviso cancellarsi e scomparire: un’emergenza sismica, un incendio, un tasto sbagliato che viene schiacciato deliberatamente, un micidiale virus informatico che distrugge tutto.